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Curioso e degno di menzione è all'epoca il sistema col quale si danno in appalto i lavori pubblici: all'inizio della riunione viene accesa una candela mentre i presenti interessati ad aggiudicarsi l'opera cominciano a fare le offerte; spenta la prima candela se ne accende una seconda, poi una terza e infine una quarta, e quando questa si spegne chi ha offerto di meno è dichiarato vincitore dell'appalto. Tale sistema viene detto "della candela vergine".
Come nei secoli precedenti i medici condotti sono figure fondamentali, e spesso romantiche, nella vita del paese. Ricevono lo stipendio dal Comune e di tanto in tanto qualcuno di loro prova a chiedere un aumento, motivando la richiesta col fatto che a Castano esistono varie cascine sparpagliate per cui risulta molto gravoso il doverle visitare tutte. Le malattie sono ancora molto frequenti e spesso a esito infausto, e fra le principali cause di morte vanno ricordate la tisi polmonare e la polmonite, quest'ultima dovuta anche alle rigide temperature della stagione invernale e alla scarsità di legna da ardere reperibile nel territorio. Ma il più autorevole, e rassicurante, personaggio di riferimento nella comunità è probabilmente il parroco. Tra quelli succedutesi a Castano nella seconda metà del X1X secolo vanno ricordati don Carlo Mitridati e soprattutto mons. Carlo Bossi, che, riportano le cronache, "fu uomo di rara cultura e dall' eloquio avvincente, con una voce potente e al tempo dolce con la quale sapeva incutere timore e rispetto negli ascoltatori; nella vita privata, invece, si rivelò un uomo allegro, ottimista e sempre pronto allo scherzo".
In quell' epoca molto sentita è la devozione verso i morti. A sera la gente si incammina pregando verso il cimitero, abitudine che risale a duecento anni prima, all'epoca della grande pestilenza. Esiste anche una cassa, detta "cassa per i morti", destinata a raccogliere fondi per il suffragio delle anime del purgatorio. Sede di questo particolare culto è la seconda cappella a sinistra, entrando nella chiesa parrocchiale, detta appunto cappella dei morti o di San Gregorio (o anche della Madonna del Carmine).
Quello dell'istruzione rimane un grande problema sia a livello nazionale che locale. Dopo l'ultima riforma della scuola la durata dei corsi è fissata in quattro anni, dei qual il primo e il secondo sono detti inferiori, il terzo e il quarto superiori; sono tutti obbligatori e gratuiti. A Castano però funziona solo il primo biennio, chiamato "scuola unica". Il corso superiore sembra infatti un lusso inutile del quale, tutto sommato, si può fare a meno. Si sa dell'esistenza, nel 1884, di una classe mista con 70 alunni: d'inverno più o meno tutti frequentano regolarmente, ma con l'arrivo della bella stagione buona parte dei ragazzi viene tenuta a casa per provvedere al lavoro dei campi. Ogni anno le lezioni terminano verso la fine d'agosto per riprendere al primo di ottobre. Gli scolari di rado dispongono di un libro di loro proprietà; è l'insegnante a fornirlo avendone diversi in dotazione, alcuni dai titoli curiosi: Il libretto dei nomi, Cento racconti di storia sacra, I doveri morali e civili insegnati ai giovinetti, Il buon fanciullo... Per eliminare la cronica piaga dell'analfabetismo il governo propone ai comuni l'istituzione di scuole per adulti, ma tale proposta viene però subito bocciata a Castano; sarà poi attuata qualche anno più tardi ma avrà vita molto breve.
Il lavoro, per fortuna non manca. Le filande e i filatoi (i nomi delle aziende del tempo sono Ronchetti, Salmoiraghi e Preiswerck) continuano a "dare pane" a più di mille persone; ma è un pane stagionale che copre le pur ridotte esigenze delle famiglie solo per un periodo dell'anno. Inoltre, la gran parte della manodopera è ancora costituita da bambini e bambine, nonostante una legge sia da poco intervenuta a proibire questa disumana abitudine.
Tra le attività da diporto la caccia è quella più diffusa ed è praticata con fin troppo accanimento: in trent'anni di attività senza regole le sponde del Ticino, considerate tra le più ricche di selvaggina dell'intera Europa, sono completamente spopolate; spariscono il cervo, il cinghiale, il lupo e tante specie di uccelli.
Nonostante la rivoluzione industriale l' agricoltura continua a rivestire un' importanza primaria nell' economia castanese. Sono perciò frequenti le operazioni di valutazione e compravendita di aree agricole e abitative per i contadini. Le misure applicate per la stima di terreni e distanze oppure per pesare i prodotti della terra sono ufficialmente quelle del sistema metrico decimale, ma dato l'attaccamento delle persone alle tradizioni vengono mantenuti generalmente in uso i vecchi sistemi: si usano perciò il moggio, lo staio, la pertica, il braccio e l'oncia. Anche per le monete il discorso è analogo: la lira viene detta "franco", le due lire d'argento "cavourino", le venti lire d'oro "marengo"; le frazioni di lira prendono i nomi di "palanca", "palancone", e "sesino", mentre per gli umili centesimi si parla di "quattrini" e di "ghelli".
Negli ultimi decenni dell'800 anche la rete dei trasporti si va man mano sviluppando. Un progetto che riguarda la zona del castanese prevede la costruzione di una linea tramviaria che vada a coprire il percorso Milano¬Magenta-Sedriano-Cuggiono-Castano Primo. L'inaugurazione del tratto che interessa la nostra zona si fa però attendere, per cui, all'inizio, la sbuffante vaporiera una volta arrivata a Buscate anziché proseguire se ne ritorna indietro verso Milano. Risulta però che già dall' agosto del 1880 anche Castano sia collegata in modo stabile. Nel 1886 iniziano altri lavori per la costruzione di un' altra grande opera viabilistica: il tratto della ferrovia che collega Novara a Saronno.
Il primo treno sfreccia (si fa per dire) dalla nostra stazione il 31 dicembre del 1887 applaudito da tutto il paese accorso festante ed emozionato, quasi perché ognuno potesse dire un domani: "C'ero anch'io". E' talmente grande la soddisfazione dei castanesi che si permettono di lanciare ironici sberleffi a quelli di Buscate, forse per restituire l'affronto subito qualche anno prima a proposito del tramway. Viene anche coniata un'ingenua filastrocca che dice: "E a Casten l'è rivaa e Buscà al s'è marà". Nel 1882 a Castano iniziano anche i lavori di un altro grande progetto: è quello dell'ing. Villoresi e prevede una serie di canali irrigui e navigabili. L'idea suscita un po' dovunque polemiche e malumori, ma i lungimiranti castanesi ne intuiscono subito la grande utilità. Già nell'estate dell' 84 l'acqua limpida e (allora) pura del Ticino inizia a scorrere tra le case del nostro borgo.
Nonostante tutte queste opere che testimoniano l'avanzata del progresso, la miseria in paese è ben lontana dall' essere scomparsa. L'emigrazione verso l'estero è ancora molto sostenuta, prima in Francia e Germania e poi nelle Americhe. Nel frattempo iniziano a sorgere le prime società di mutuo soccorso. A dare il buon esempio sono gli operai specializzati delle città, che sono tra i pochi a potersi permettere di versare qualche lira sudata nella cassa comune destinata a soccorrere i lavoratori meno fortunati colpiti, ad esempio, da infortuni, disoccupazione o malattia. Finora nessuna legge si era mai preoccupata di coprire questi rischi.
L'Italia, intanto, coltiva sogni ambiziosi di grande potenza per non sfigurare al cospetto delle nazioni alleate, e tenta perciò l'avventura africana. Invece dei sogni di gloria arriva però la disastrosa sconfitta di Adua, il primo marzo 1896, nella quale perdono la vita anche due castanesi, il volontario caporal maggiore Tomo Francesco "fu Luca" e il soldato Pisoni Antonio "fu Carlo". Matura così, sia a livello nazionale che locale, una certa avversione verso tutto ciò che è militare, anche in seguito ai fatti di Milano, dove il generale Bava Becaris (soprannominato dal popolo "il macellaio di Milano") non trova di meglio, per calmare la folla in tumulto, che sparargli addosso e accoppare un centinaio di dimostranti e civili. Da quel momento, quando a Castano transitano i convogli di soldati che si recano nella vicina brughiera per le esercitazioni, questi non vengono più ospitati nelle case private ma lasciati a bivaccare nella zona di piazza Prato, l'attuale piazza Garibaldi.
Il nuovo anno si apre con l'uccisione, a Monza, di re Umberto I. TI Comune di Castano decide l'installazione di una lapide in memoria sul Palazzo Comunale. Si stabilisce inoltre che la piazza grande si sarebbe da lì in avanti chiamata Piazza Umberto I. Anche altri luoghi cambiano nome: la corsia di Pozzo Nuovo viene appellata Corso Vittorio Emanuele II, mentre la corsia dei Leoni prende il nome di Via Roma. L'ultimo sindaco di Castano eletto direttamente dal re Umberto I è il notaio dotto Vincenzo Rogorini, primo cittadino dal 1897 al 1900. Viene da una famiglia antica, esistente a Castano già prima del mille e cinquecento. I Rogorini sono soprannominati "rumanin" e raggruppano nel loro parentado i maggiori proprietari terrieri della zona. Dopo la parentesi del farmacista Carlo Veralli, la carica tornerà ancora alla famiglia Rogorini, prima nella persona di Pietro e poi in quella dell'ing. Carlo, fino al 1920. In questo periodo Castano registra una fase di insolito benessere economico e le opere pubbliche si succedono a ritmo sostenuto: si otturano i pozzi e le piscine, si introducono l'acqua potabile, i lavatoi pubblici e la fognatura, e si amplia l'edificio scolastico. Si potenzia anche la nuova illuminazione pubblica a elettricità, dopo la sostituzione nel 1912 di quella a petrolio. E' l'esempio più evidente dei tempi che cambiano e dell'arrivo del nuovo secolo foriero di promettenti meraviglie.

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