Gaetano Previati, via Crucis - Gesù incontra la madre, Città di Castano Primo
Gesù incontra la madre. È la quarta stazione della Via Crucis di Gaetano Previati eseguita nel 1888 per il cimitero di Castano Primo. Opera giovanile, testimonia l'apertura dell'artista alle novità pittoriche europee in modo particolare nei confronti del « simbolismo ». Conservata per diversi anni presso il Museo Diocesano, è esposta nel Museo che la città di Castano Primo dedica alla memoria dell'artista.

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È uno spazio senza confini questo nel quale si consuma in attimi, fin troppo brevi, l'incontro tra la madre ed il Figlio.
Il cielo ne dilata ancor più l'orizzonte e abbandonato l'azzurro, comincia a farsi grigio e pesante e si prepara a tingersi, di lì a poche ore, di quelle « dense tenebre » capaci di ricoprire «tutta la terra». È uno spazio la cui unica prospettiva è la croce portata da Cristo ad indicare la via che proprio da questa rimane segnata: « Via Crucis ».
Il lungo legno traccia, dietro di sé, un cammino già fatto e già imbevuto di sangue innocente. Lo stesso legno indica, davanti a sé, la cima di quel monte, il Calvario, sul quale l'amore di un Dio per l'uomo sta per donarsi, senza riserve, « fino alla fine ».
Su questo sentiero Cristo muove deciso il suo passo che neppure la croce pesante rende incerto e insicuro.
Sullo stesso sentiero irrompe altrettanto sicura la madre decisa ad abbracciare quel Figlio.
Loro soli. Di nuovo insieme, per pochi istanti, che si rivelano attimi di una rinnovata ed intensa maternità celebrata, questa volta, nel dolore e nella sofferenza.
Lo sguardo di Maria, aperto e profondo, è quello del cuore che dopo aver più volte «conservato e meditato» ogni evento, qui, nel Figlio abbruttito dalla passione, riconosce il suo Signore e Salvatore.
Le mani di Maria, serrate dall'inconsolabile dolore umano di donna e di madre che tutta la scuote e ne agita il manto, di¬ventano anche gesto di adorazione e di contemplazione. Passo, sguardo, gesto di Maria, ma anche della Chiesa chiamata sulla stessa via dolorosa ad accompagnare, riconoscere, contemplare il suo Redentore.
E Gesù risponde volgendosi verso la madre e spingendo il capo il più vicino possibile a lei: socchiude gli occhi in un delicato, sereno e quasi tenero consenso e sembra suggerirle una segreta parola che non è di semplice consolazione, ma già annuncio di vita.
Un segreto profetico suggellato dal suo stesso gesto. Cristo, certo, porta la croce, che sembra farsi improvvisamente leggera, ma soprattutto, con la mano sinistra, la indica chiaramente a tutti come unico e vero strumento di salvezza: « Chi vuoi venire dietro a me, rinneghi se stesso prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà ».



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testo tratto da:
Arcidiocesi di Milano
Via Crucis con l'Arcivescovo cardinale Angelo Scola:
"Per le sue piaghe noi siamo stati guariti" (Is.53,5)
Milano, In dialogo Cooperativa culturale S.r.l., 2012
(Cammino catechetico di Quaresima 2012)